FIORENZO FACCHINI - Nell'evoluzione quale posto per lo Spirito?

Tratto da "Avvenire" - 19 agosto 2008

Se l’evoluzione fa paura e viene rifiutata dai cattolici, che temono possa scalfire il principio della creazione, l’idea di creazione solleva la reazione degli evoluzionisti atei che vedono nella creazione non solo un diverso modo di pensare la realtà, ma una minaccia alla libertà della scienza.
Sono espressioni di fondamentalismi di segno opposto, per cui si ammette solo il proprio modo di conoscere. Vi sono cattolici legati a un concetto di creazione non più accettato in campo teologico. Essi non tengono conto degli indirizzi del magistero sulla possibilità di conciliare evoluzione e creazione. Secondo alcuni ciò sarebbe possibile facendo propria la teoria dell’Intelligent Design (spesso senza conoscerla bene), una soluzione criticabile sul piano scientifico e teologico.
Nello stesso tempo di tanto in tanto riaffiorano posizioni materialiste, come quelle di Dawkins e, anche recentemente, quella di Hitchens, che contestano l’idea di creazione con argomenti che pretendono trarre dalla scienza, ma non si inquadrano nella scienza e neppure in una filosofia della natura. Alle obiezioni alla creazione sollevate da Hitchens ha ribattuto opportunamente il teologo Giuseppe Lorizio intervenendo su questo giornale. Nelle asserzioni di Hitchens si parla di creazione e di disegno senza conoscerne il vero significato e si osserva che eventuali involuzioni, che si osservano in alcuni casi, mal si accorderebbero con la creazione, quando invece possono rientrare nei processi di una natura alla quale Dio ha lasciato la sua autonomia.
Riemerge la necessità di affrontare l’argomento delle origini tenendo presente la diversità dell’approccio scientifico e di quello filosofico­teologico. Alcuni giorni fa Benedetto XVI è tornato incidentalmente sul tema in un incontro con i sacerdoti della diocesi di Bressanone e Bolzano quando ha affermato che «la teoria evolutiva vede la verità, ma ne vede soltanto metà: non vede che dietro c’è lo Spirito della creazione». Le conoscenze della scienza non possono vedere e spiegare tutto. Gli spazi della ragione vanno allargati agli orizzonti non raggiungibili con i metodi delle scienze naturali.
Un anno fa parlando ai sacerdoti di Belluno e Treviso Benedetto XVI aveva osservato che vi sono tante prove scientifiche in favore di una evoluzione, ma nello stesso tempo affermava che la dottrina dell’evoluzione non può rispondere a tutti i quesiti, soprattutto a quelli di senso. In entrambe le occasioni il Papa riconosce che il tema delle origini va affrontato dalla scienza e dalla filosofia in modi diversi e complementari fra loro. Nel 1982 Giovanni Paolo II in un discorso tenuto a Bologna ai docenti universitari aveva rilevato che vi sono diverse modalità di conoscenza e che nessuna disciplina, né la scienza e neppure la filosofia e la teologia, è in grado di rispondere da sola a tutti gli interrogativi che si pongono nel campo delle conoscenze umane. È integrando le diverse conoscenze che si può raggiungere la verità. La verità è sinfonica (Balthasar). È possibile che certe domande, come quelle sul significato dell’universo e della vita non interessino Hitchens e coloro che pensano al dissolvimento di tutto nel nulla, ma questo non elimina la legittimità delle domande per chi voglia ragionare senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà e non annulla l’esigenza di cercare risposte soddisfacenti.